La notizia sul Corriere Romagna edizione 20 giugno 2025
Nel territorio Forlì Cesena continua a crescere il numero dei nuclei familiari composti da una sola persona. Sessant’anni è l’età media dei componenti.
È quanto emerge dall’Osservatorio IRES Emilia Romagna.
La nostra provincia sta attraversando un periodo di lenta e continua contrazione demografica, iniziata più di dieci anni fa e in linea con quello che sta accadendo anche nel resto d’Italia; l’età media della popolazione nella provincia Forlì Cesena è ormai superiore a 47 anni.
Un inverno demografico che porta a un aumento della popolazione anziana, delle persone fragili e della necessità di cercare soluzioni per andare incontro alle istanze di chi affronta quotidianamente questioni sulla non autosufficienza.
Questo quello che emerge dai dati presentati dall’Osservatorio realizzato dall’Istituto Ires Emilia Romagna insieme allo SPI CGIL Forlì Cesena, categoria che rappresenta i Pensionati.

Paolo Montalti, Segretario Generale CGIL Forlì Cesena è più volte tornato sul tema della non autosufficienza e della necessità di trovare risposte concrete per una società dove l’aspettativa di vita continua a crescere: «Dobbiamo tutelare il Sistema Sanitario Nazionale, mentre il Governo continua a erogare risorse ai privati le liste di attesa per accedere alle visite mediche restano infinite – spiega Montalti che aggiunge – alla necessità di aumentare la spesa per la Sanità pubblica si lega quello dell’urgenza di una legge che dia piena fruibilità al sostegno della non autosufficienza, con un adeguato finanziamento del Fondo nazionale ad oggi senza risorse. A questi temi si lega anche la continua richiesta, finora ignorata dal Governo, di adeguare le pensioni al costo della vita, tenendo conto dell’inflazione reale».

Sono più di 130.000 le pensioni erogate nella provincia Forlì Cesena nel 2025; il reddito pensionistico a Forlì Cesena nel 2023 si colloca in coda nella classifica dei redditi registrati in Emilia Romagna, trovando una linearità con la distribuzione per reddito da lavoro. I dati raccolti mostrano anche un gender gap nel reddito pensionistico: le donne percepiscono in media il 23% in meno rispetto agli uomini; una discriminazione che trova spiegazione nelle differenze di carriera, retribuzione e anni di lavoro che ancora oggi caratterizzano il mondo del lavoro.
Per il tema salari, nel nostro territorio preoccupano le retribuzioni medie più basse rispetto a quelle della maggioranza delle province dell’Emilia Romagna, la peggior condizione retributiva a Forlì-Cesena sembra essere associata ad una minor quantità di lavoro (42,4 settimane medie a fronte delle 43,7 di media regionale) e quindi discontinuità lavorativa.
I lavoratori dipendenti e indipendenti a Forlì-Cesena sono 209.430, con un reddito medio annuo da lavoro pari a 24.164 euro.
Il 2023 ha confermato come Forlì-Cesena si distingua per un peso del lavoro dipendente privato al di sotto della media regionale (64,6%) ed una quota di lavoro autonomo più alto, soprattutto artigiano, e una incidenza del lavoro pubblico leggermente al di sotto del valore regionale (11,4%). I lavoratori e le lavoratrici over 50 sono il 40,3% in particolare nel lavoro autonomo e parasubordinato senza partita IVA. Nel 2023, il 4,7% dei lavoratori percepisce anche una pensione (il dato regionale è il 3,9%), soprattutto nel lavoro autonomo.
Osservando le proiezioni demografiche che interessano il nostro territorio si aprono due possibilità per affrontare l’inverno demografico in futuro; nel 2042 ci sarà una crescita demografica trainata solo dai comuni del Rubicone oppure una crescita demografica più sostenuta e più bilanciata territorialmente aiutata dall’aumento dell’immigrazione verso il nostro territorio.
«Di fronte a questi numeri, non servono slogan, ma politiche concrete. Bisogna rafforzare il lavoro stabile, aumentare i salari, garantire pensioni dignitose e costruire un welfare capace di rispondere ai bisogni reali delle persone. Solo così si può dare futuro a una comunità che invecchia e si frammenta, ma che vuole restare viva e solidale», ha concluso Paolo Montalti.
SPI CGIL Forlì Cesena